In ricordo di Pier Paolo Pasolini… Venerdì 6 novembre, ore 21.00 a Palazzo della Penna

Il 2 novembre ricorrono i 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini.
Il Circolo dei lettori di Perugia vuole ricordarlo attraverso i racconti di Paolo Pilati, meglio conosciuto come Tarzanetto, uno dei “ragazzi di vita”, un grande amico dell’intellettuale, scrittore e regista, ucciso all’idroscalo di Ostia nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975.
La serata si terrà a Palazzo della Penna (Via Podiani, 11), venerdì 6 novembre, alle ore 21.00. Oltre a Paolo Tarzanetto Pilati interverrà Maria Grazia Moroni.

In occasione dell’anniversario, sabato 28 novembre, presso il Teatro Bertold Brecht di San Sisto, alle ore 17,30, le Biblioteche di Perugia, in collaborazione con Fontemaggiore, presenteranno il progetto PASOLINIGORDIMER2015, frammenti d’Italia e d’Italiani, un dialogo virtuale fra Pasolini e Nadine Gordimer, grande scrittrice anti-apartheid consacrata dal Nobel nel 1991. Cerco qualcuno che guardi assieme a me, il cortometraggio a cura del regista Corrado Bertoni, è accompagnato dal libro La realtà non è manichea di Gianguido Palumbo. A seguire, letture di Claudio Carini tratte dai brani di Pier Paolo Pasolini.

Scrittore, poeta, autore e regista cinematografico e teatrale italiano, Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna nel 1922. Dopo aver seguito nell’infanzia gli spostamenti del padre, ufficiale di carriera, compì gli studî a Bologna, dove si laureò nel 1945 con una tesi su Pascoli. Nel 1943 si trasferì nel paese materno di Casarsa della Delizia, in Friuli, con la madre e il fratello minore Guido, morto poi nella lotta di resistenza (il padre, fatto prigioniero in Africa, sarebbe tornato alla fine del 1945), e vi rimase fino al 1950, quando, per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia della sua omosessualità, si stabilì con la madre a Roma. Da questo momento la sua vicenda biografica coincide appieno con la tumultuosa attività dello scrittore, del regista e dell’intellettuale impegnato a testimoniare e a difendere, spesso anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità, fino alla morte per assassinio, avvenuta la notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia.
Fin dagli esordi in friulano, che comprendono Poesie a Casarsa (1942) e La meglio gioventù (1954; poi ripreso con intenti diversi e notevole incremento di testi: La nuova gioventù, 1975), ben oltre la nozione ermetica di poesia pura, il giovane Pasolini puntava alla scoperta di una lingua intatta, che fosse quasi un equivalente letterario del suo religioso desiderio di purezza. Il suo interesse per la poesia dialettale trovò espressione in due importanti antologie: Poesia dialettale del Novecento e Canzoniere italiano; mentre il suo talento di critico letterario, affascinato più dai modelli della critica stilistica (Auerbach, Spitzer, Contini) che dal sociologismo marxista d’ispirazione gramsciana, si esplicò in una serie di interventi sulla letteratura contemporanea, e soprattutto sulla poesia, che sarebbero confluiti in Passione e ideologia (1960). Gli anni Cinquanta, furono gli anni della sua completa affermazione letteraria. La sua prima notevole raccolta di poesie in lingua, Le ceneri di Gramsci (1957), sembra chiudere definitivamente una stagione della poesia italiana. L’ansia profetica dell’Usignolo della chiesa cattolica si sarebbe riproposta, dopo la parentesi decisiva delle Ceneri, nei termini mutati di un’ininterrotta controversia. Pasolini fondava, intanto, insieme a Leonetti e Roversi, Officina, la rivista della polemica antinovecentesca; era anche diventato condirettore di Nuovi argomenti, rivista fondata nel 1953 da Moravia e Carocci. E aveva dovuto affrontare difficoltà molto più gravi dopo la pubblicazione dei suoi due romanzi d’ambientazione romana: Ragazzi di vita (1955), per il quale dovette subire un processo per oscenità, e Una vita violenta (1959), che era stato accolto freddamente tanto dalla critica marxista quanto dai giovani critici della neoavanguardia. Ma la vocazione di Pier Paolo, già insofferente dei limiti di un genere letterario, si era orientata verso altri mezzi d’espressione: il cinema, del quale si sarebbe poi occupato anche in veste di teorico, il teatro (Orgia, 1968; Affabulazione, 1969; Calderón, 1973) e il giornalismo (soprattutto, dal 1973, le collaborazioni al Corriere della sera, poi raccolte con altre in Scritti corsari, 1975). Nel 1961 realizza il suo primo film da regista e soggettista: Accattone, che viene vietato ai minori di anni diciotto e suscita polemiche alla XXII Mostra del cinema di Venezia. Nel 1962 dirige Mamma Roma e nel 1963 l’episodio La ricotta (inserito nel film a più mani “RoGoPaG”). Fra il 1964 al 1975, dirige Il vangelo secondo Matteo, Uccellacci e Uccellini, Edipo Re, Teorema, Porcile, Medea e la trilogia della vita, o del sesso, ovvero Il Decameron, I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte; per concludere col suo ultimo Salò o le 120 giornate di Sodoma. In ritardo rispetto alla data di composizione, sono apparsi il romanzo Il sogno di una cosa (1962) e le prose narrative di Alì dagli occhi azzurri (1965), oltre a vari scritti minori. Postume, in ordine sparso, sono uscite raccolte di scritti giornalistici (Lettere luterane, 1976; Le belle bandiere, 1977; Il caos, 1979), di critica letteraria (Descrizioni di descrizioni, 1979; Il portico della morte, 1988), opere narrative (La divina mimesis, 1975; Amado mio, 1982; Petrolio, 1992, romanzo incompiuto che riassume e porta a livello di quasi insostenibile incandescenza tutti i temi dello scrittore), nonché le raccolte complete dei suoi testi teatrali (Teatro, 1988) e poetici (Bestemmia. Tutte le poesie, 1993). Tutte le opere di Pasolini sono state raccolte nell’edizione diretta da Walter Siti (10 tomi, 1998-2003).

Ingresso libero fino a esaurimento posti
Per info 
circolodeilettori@comune.perugia.it

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