Di bestia in bestia di Michele Mari

«Edito nel 1989 ma scritto a partire dal 1980, quando non avevo ancora venticinque anni, Di bestia in bestia è l’unico dei miei libri a cui abbia rimesso mano. Il tema del romanzo, piú ancora del dualismo fra sublimazione e ferinità, era la contraddizione per cui a sua volta la cultura può essere simultaneamente vissuta come luce (o salvezza) e come impedimento alla vita; come orgoglio, e come lutto. Dovevo dunque scriverlo in modo alto e sublime, ma con tali eccessi da rivelare la componente nevrotico-feticistica di quello stesso stile. Quel diluvio di formule accademiche dunque, quel modo di esprimersi come una postilla erudita o secondo cadenze metriche, erano un eccesso dovuto e funzionale, ma pur sempre un eccesso. Ne ero consapevole, ma sentivo che allora, per quello che il libro rappresentava per me (come una vendicativa resa dei conti con una giovinezza interamente dedicata alla letteratura), dovevo scriverlo e pubblicarlo cosí.
Oggi però, dopo tanti altri libri, ho riscritto Di bestia in bestia in modo piú asciutto, soprattutto là dove l’oltranza classicheggiante e l’accumulo citativo rischiavano di privilegiare un controcanto parodico, che fin dall’inizio avvertivo come male necessario. Di fatto non ho riscritto quella storia ex novo: ho invece sottoposto il testo originale a una serie continua e capillare di tagli, suturando con interventi minimi le parti superstiti. L’operazione non implica però, almeno nelle mie aspettative, che questa versione debba sostituire la prima: al contrario esse vivono entrambe nella diacronia, come le lentissime Variazioni Goldberg eseguite da Glenn Gould nel 1982 non sostituiscono ma integrano dialetticamente le sue velocissime variazioni del 1955. In ogni caso le due versioni del libro mi sembrano momenti di un unico processo di contrazione che già aveva coinvolto, a monte della prima edizione, diversi dattiloscritti e manoscritti, a partire da un’esorbitante minuta che è forse il vero mostro della vicenda.
Riguardando questi materiali vedo che quasi tutte le correzioni sono a togliere: questo vuol dire che l’attuale versione, in ogni suo tratto di lingua e di stile, era già tutta nella primissima. Anche per questo Di bestia in bestia è il libro della mia vita».
Michele Mari

Michele Mari è nato a Milano nel 1955. I suoi libri sono “Di bestia in bestia” (Longanesi 1989), “Io venía pien d’angoscia a rimirarti” (Longanesi 1990; Marsilio 1998), “La stiva e l’abisso” (Bompiani 1992; Einaudi 2002), “Euridice aveva un cane” (Bompiani 1993; Einaudi 2004), “Filologia dell’anfibio” (Bompiani 1995; Laterza 2009), “Tu, sanguinosa infanzia” (Mondadori 1997; Einaudi 2009), “Rondini sul filo” (Mondadori 1999), “I sepolcri illustrat”i (Portofranco 2000), “Tutto il ferro della torre Eiffel” (Einaudi 2002), “I demoni e la pasta sfoglia” (Quiritta 2004; “Cavallo di Ferro” 2010), “Cento poesie d’amore a Ladyhawke” (Einaudi 2007), “Verderame” (Einaudi 2007), “Milano fantasma” (edt 2008, in collaborazione con Velasco Vitali), “Rosso Floyd” (Einaudi 2010), Fantasmagonia (Einaudi 2012).

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