Si chiude per ferie con “L’urlo e il furore” di William Faulkner e gli studenti dell’Accademia di Belle arti di Perugia

Martedì 4 giugno, alle ore 21.00, presso la nuova sede del Circolo dei lettori, all’interno del Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo della Penna, si è svolta la Conversazione con Pasticcini su Lurlo e il furore di William Faulkner.

Il capolavoro dello scrittore statunitense, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1949, è stato l’oggetto della discussione sul libro del mese di giugno. A presentarlo Fabrizio Scrivano (Professore di Letteratura Italiana e Letterature Comparate all’Università degli Studi di Perugia) e Antonio Senatore (Scrittore) che insieme hanno approfondito la ricchezza e la complessità di una prosa che è tra le più belle espressioni della letteratura americana del ventesimo secolo.

Durante l’evento è stato presentato il progetto Strumenti appositi, realizzato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” (Anna Boccali, Martina Campana, Alessandra Cecchini, Veronica Cicero, Diego Cusano; Serena Dominaci, Maurizio Esposito, Tommaso Faraci, Valentina Pinti, Daria Rossi, Sara Sargentini, Jacopo Scasellati, Ioanna Stavrou, Jesus Suarez, Bernardo Tirabosco) delle cattedre di Arte del fumetto – prof. Laura Farina, Tecniche dell’incisione – prof. Marilena Scavizzi, Anatomia artistica e disegno – prof. Luciano Tittarelli

Fotogallery della serata (G.Belfiore)

Ambientato nella contea immaginaria di Yoknapatawpha, il romanzo racconta la decadenza di una famiglia del sud degli Stati Uniti. I coniugi Caroline e Jason Compson III hanno quattro figli: Quentin, Candace (Caddy), Jason e Benjamin. I capitoli del romanzo corrispondono ciascuno a una giornata, di volta in volta narrata da una voce diversa; La prima è quella di Benjamin, il figlio ritardato mentale di 33 anni. La seconda parte si svolge 18 anni prima delle altre ed è raccontata da Quentin Compson, all’epoca studente di Harvard. La terza parte riflette il punto di vista del cinico Jason, mentre la quarta è raccontata in terza persona e basata sulle impressioni di Dilsey, la serva nera più anziana tra quelli al servizio della famiglia. Dilsey, l’instancabile mami della famiglia Compson, ha tre figli: Versh, Frony, e T. P.; Frony a sua volta ha un figlio, Luster, che si occupa di Benjamin Compson.

Considerato da molti il vero capolavoro di Faulkner e il migliore da lui stesso, che lo definì “il mio splendido fallimento”, Lurlo e il furore è la stessa storia raccontata quattro volte, come in altri romanzi dell’autore. Moltissime le critiche e le opinioni divergenti per un’opera che è indubbiamente complessa e fornisce, proprio per questo, infiniti spunti di riflessione.

Ogni personaggio è ossessionato dal passato e racconta la propria vita mescolando presente e passato, in una sorta di impari lotta contro il tempo. Sono antieroi disperati, oscuri e dannati, e le loro vicende provocano spesso, nella testa di chi legge, uno smarrimento lenito soltanto dalla coscienza del dramma che si compone tra una pagina e l’altra.
Toccante e geniale, difficile da amare e da dimenticare, Lurlo e il furore è sicuramente uno dei romanzi più grandi del novecento. È un’impresa ardua entrare in casa Compson: un mondo torbido e labirintico che soprattutto all’inizio risulta davvero impenetrabile. Eppure, le oscure vicende dei suoi protagonisti renderanno impossibile uscirne.

 

William Cuthbert Faulkner, (25 settembre 1897 – 6 luglio 1962), è stato uno scrittore, sceneggiatore, poeta e drammaturgo statunitense, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1949 e considerato uno dei più importanti romanzieri statunitensi, autore di opere spesso provocatorie e complesse.

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