Guida galattica per gli autostoppisti è il primo romanzo di una “trilogia in cinque parti” scritta da Adams come adattamento delle prime quattro puntate della serie radiofonica omonima. Il titolo deriva da una guida turistica galattica scritta in forma di enciclopedia, che gioca un ruolo fondamentale nella trama dei romanzi.
Il protagonista, Arthur Dent, scopre che alcune ruspe gialle (che ha appena notato nel suo giardino) stanno per demolirgli la casa in cui abita per fare spazio a una nuova superstrada. Dopo poche ore gli abitanti della Terra scoprono che il loro pianeta sta per avere lo stesso destino, ma a cura di una flotta di astronavi che appaiono improvvisamente nel cielo. Arthur viene salvato da un suo vecchio amico, Ford Prefect, che si rivela essere un alieno e lo trascina con sé, chiedendo un passaggio ad una delle astronavi demolitrici. Arthur scopre così un universo sconosciuto, nel senso letterale del termine, in cui la sua unica bussola è la Guida Galattica per gli Autostoppisti. Si tratta di un libro e di un computer allo stesso tempo (una sorta di eBook reader ante litteram), oltre che un best-seller universale (Terra esclusa), che si vende benissimo perché costa poco e sulla copertina, a grandi lettere amichevoli, reca scritto: “DON’T PANIC”.
Ford conduce Arthur in avventure entusiasmanti ed improbabili, in giro per lo spazio-tempo a bordo dell’astronave “Cuore d’Oro”, che viaggia a “propulsione di improbabilità infinita”, in compagnia di un vecchio amico di Ford, diventato per sbaglio Presidente della Galassia, della sua ragazza terrestre e di un robot perennemente depresso che ha ispirato la canzone dei Radiohead “Paranoid Android”. Giunto sul leggendario pianeta Magrathea, il gruppo incontra il progettista che ha costruito la Terra e i clienti che gliela avevano commissionata, che stanno cercando la domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto.