Matteo Bruno, Le ali del falco (Edizioni Sabinae)

Umbria, 1414. Manuel d’Antognolla è un giovane cavaliere le cui terre sono state usurpate da una congiura di borghesi perugini (Raspanti). Per rientrarne in possesso, Manuel dovrà viaggiare attraverso l’Europa, dove verrà coinvolto in una intrigante avventura che lo porterà a calcare il famoso campo di battaglia di Azincourt, in Francia. E poi ancora a servire il condottiero perugino Braccio Fortebraccio, per ritornare in quei luoghi dove tutto ha avuto inizio.

Tra superstizioni medievali, propositi di vendetta e affascinanti dame, Le Ali del Falco è un affresco della brutale vita del tempo.

RECENSIONE GIORNALE DELL’UMBRIA – 30.01.2013

RECENSIONE IL SITO DI PERUGIA – 04.12.2012

“E’ uscito  in libreria Le Ali del Falco, il primo romanzo dello scrittore perugino Matteo Bruno, edito dalla casa editrice romana Sabinae Edizioni.
L’opera rientra nel genere del cosiddetto “romanzo storico”, ma sarebbe forse più opportuno definirlo “romanzo d’avventura”, dato il ritmo incalzante delle vicende narrate e le molte scene di azione. L’ambientazione è tardo-medievale, all’inizio del XV secolo; la storia inizia e finisce nei dintorni di Perugia (nel “contado”, come viene definito nel libro) e narra le vicissitudini di un giovane cavaliere, Manuel d’Antognolla, ingiustamente privato da una congiura dei titoli e delle terre. Non è facile riassumere in poche battute ciò che accadrà al protagonista una volta lasciato il castello natale. Basti dire che gli eventi lo trasporteranno lontano, alla corte delle signorie italiane, e poi ancora nel mondo brutale della Guerra dei Cento Anni. Il romanzo infatti, ricco di puntuali riferimenti storici, non si limita a ripercorrere le tappe della storia locale, bensì si allarga fino ad abbracciare gli eventi internazionali del tempo, come la guerra tra la Francia e l’Inghilterra e lo Scisma d’Occidente. La conclusione è ovviamente positiva per Manuel, ma non per questo scontata. La trama infatti è ricca di sorprese e di colpi di scena, e lo stesso finale non è propriamente quello che ci si attenderebbe.
Braccio Fortebraccio, il noto capitano di ventura umbro, rivive nel romanzo in tutta la sua fama di potente condottiero; così come vivida è la ricostruzione della battaglia di Sant’Egidio che (svoltasi nell’area dell’attuale aeroporto) nel 1416 aprì le porte di Perugia al temibile Braccio.
Lo stile utilizzato dall’autore – che narra gli eventi in prima persona per bocca dello stesso Manuel – è volutamente crudo e ruvido, così da dare l’impressione di un’estrema verosimiglianza. Gli umori e le credenze di un’epoca nella quale la spada era l’unico strumento – o quasi – per risolvere le controversie, rivivono ne Le Ali del Falco in tutto il loro realismo. Belle anche le descrizioni dei paesaggi e delle scene romantiche, che non mancano.
Una nota particolare la meritano gli aspetti militari narrati nella vicenda: dalle tattiche alla descrizione delle armi e delle armature, tutte sono raccontate con accuratezza e competenza. Un’avventura di guerra e amore, per certi versi, dal gusto anglosassone; con la particolarità, tuttavia, di esserci vicina nello spazio, anche se del tutto aliena nella quotidianità rappresentata. Tutto positivo dunque? Sì, se non fosse per qualche refuso nel testo e per il prezzo di copertina di questi tempi non proprio economico (18 Euro). Comunque, se ci si vuole proiettare in una letteratura cavalleresca con guerrieri scintillanti e fanciulle d’altri tempi, Le Ali del Falco ha gli ingredienti giusti e li vale tutti. Insomma, per Bruno è proprio un buon esordio”.
Valerio Martella – fonte Il sito di Perugia

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