David Grossman, Caduto fuori dal tempo

Una sera, in una città di un luogo immaginario, un padre si alza da tavola, prende commiato dalla moglie ed esce per andare “laggiù”. Ha perso un figlio, anni prima, e “laggiù” è dove il mondo dei vivi confina con la terra dei morti. Non sa dove sta andando, e soprattutto non sa cosa troverà. Lascia che siano le gambe a condurlo, per giorni e notti gira intorno alla sua città e a poco a poco si unisce a lui una variegata serie di personaggi che vivono lo stesso dramma e lo stesso dolore: il Duca signore di quelle terre, una riparatrice di reti da pesca, una levatrice, un ciabattino, un anziano insegnante che risolve problemi di matematica sui muri delle case. E l’uomo a cui è stato affidato l’incarico di scrivere le cronache cittadine. Ciascuno ha la propria storia, chi ha perso il figlio per una grave malattia, chi in un incidente, chi in guerra. Insieme a loro idealmente, visto che non può muoversi dalla sua stanza, c’è anche una strana figura di Centauro, con la parte inferiore del corpo che nel tempo si è trasformata in scrivania. E uno scrittore che da quindici anni vive circondato dagli oggetti del figlio che non c’è più, e il cui unico desiderio da allora è catturare quella morte con le parole. “Non riesco a capire qualcosa finché non la scrivo” dice. È lui a ispirare e a inglobare la storia che stiamo leggendo.

Autore israeliano di romanzi, saggi e letteratura per bambini, ragazzi e adulti, i cui libri sono stati tradotti in numerose lingue. Il vento giallo, il suo efficace saggio sulla popolazione palestinese nei territori occupati dagli israeliani in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, è stato accolto con calore all’estero e ha innescato dibattiti e polemiche nel suo paese. Ha cominciato la sua carriera lavorando in una radio israeliana come corrispondente di un programma per ragazzi. È noto in tutto il mondo per i suoi romanzi, editi in Italia da Mondadori: Vedi alla voce: amore (1988), Il libro della grammatica interiore (1992), Il sorriso dell’agnello (1994), Ci sono bambini a zigzag (1996), Che tu sia per me il coltello (1999), Qualcuno con cui correre (2001), e Col corpo capisco (2003).  Caduto fuori dal tempo, ispirato a Grossman dalla morte del figlio Uri, di leva nell’esercito israeliano e morto durante la guerra lampo con Hezbollah in Libia, nel 2006

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