L’incontro con Marc Augè… un successo strepitoso

Giovedì 29 marzo, una Sala dei Notari colma di appassionati lettori, ha accolto calorosamente l’etnologo e anropologo francese Marc Augè.
Famoso per aver teorizzato il concetto di “nonluogo”, Augè ha parlato del suo ultimo libro Futuro (Bollati e Boringhieri), intervistato dall’illustre antropologo Piergiorgio Giacchè.
La gallery della serata, foto di G Belfiore
Nel corso dell’evento, organizzato in collaborazione con il Circolo dei lettori di Torino e la casa editrice Bollati e Boringhieri, Augè ha affrontato uno dei temi centrali della modernità: il senso del tempo. Nell’ansia crescente per l’avvenire, tipica della civiltà occidentale, c’è un profondo senso di solitudine. Il futuro è visto come minaccia e non come naturale svolgersi del tempo, verso il quale l’uomo dovrebbe guardare con curiosità, forte delle sue esperienze passate e di un presente vissuto in modo appagante e pieno. Il futuro ha lasciato spazio a un «nontempo», un presente senza speranza, immobile, da cui l’uomo non riesce ad emergere. Riprendere possesso del futuro è un progetto ambizioso, che può partire dall’ascolto e dalla comprensione di civiltà lontane. Marc Augé, etnologo e antropologo, tra i più importanti africanisti della sua generazione, da anni si occupa di antropologia delle società complesse. Già directeur d’études presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, di cui è stato a lungo Presidente, dopo aver contribuito allo sviluppo delle discipline africanistiche ha elaborato un’antropologia della pluralità dei mondi contemporanei attenta alla dimensione rituale del quotidiano e della modernità. Ha inoltre focalizzato la sua attenzione su una serie di esperienze contemporanee che attraversano la progettazione urbanistica, le forme dell’arte contemporanea e l’espressione letteraria. Attraverso la teorizzazione di una antropologia della Surmodernità, ha focalizzato alcuni aspetti pioritari della società contemporanea metropolitana, quali il paradossale incremento della solitudine nonostante l’evoluzione dei mezzi di comunicazione; la strano percorso relazionale dell'”io” e dell'”altro” immersi in un contesto europeo di fine millennio; il nonluogo, ovverosia quello spazio utilizzato per usi molteplici, anonimo e stereotipato, privo di storicità e frequentato da gruppi di persone freneticamente in transito, che non si relazionano, situazione riscontrabile negli aeroporti, negli alberghi, sulle autostrade, nei grandi magazzini; infine l’oblio e l’aberrazione della memoria. Augé ha eseguito un attento lavoro di raffronto fra l’impressione che questi “nonluoghi” suscitano nella gente comune e quella prodotta da alcuni grandi scrittori della letteratura francese. Il risultato di questa analisi è stato un apparente insuperabile gap fra il linguaggio e l’esperienza.
Tra le sue opere più note, ricordiamo: La guerra dei sogni (Eleuthera, 2012), Straniero a me stesso (Bollati Boringhieri, 2011), Un etnologo nel metrò (Eleuthera, 2010), Che fine ha fatto il futuro? Dai non luoghi al non tempo (Bruno Mondadori, 2010), Nonluoghi (Eleuthera, 2009), Tra i confini. Città, luoghi, interazioni (Bruno Mondadori, 2007), Il mestiere dell’antropologo (Bollati Boringhieri, 2007).

Ingresso libero fino a esaurimento posti
Info: tel. 075 5772829 | www.perugiacircolodeilettori.

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