Parliamo di John Fante e del suo “Chiedi alla polvere”. Giovedì 15 giugno a Palazzo della Penna

Chiedi alla polvere, forse il romanzo più famoso di John Fante, ha strappato la vittoria per un soffio a La confraternita dell’uva. Ne parleremo, quindi, insieme a Mimmo Coletti, giovedì 15 giugno, alle ore 21, presso Palazzo della Penna.
Pubblicato per la prima volta nel 1939, Chiedi alla polvere è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano, riscoperto in Italia e in Francia alla fine degli anni Ottanta dopo un lungo periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell’autore, giunge in questo romanzo al suo snodo decisivo. L’ironia sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di tutti i sognatori sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle sue ambizioni artistiche e la sua educazione sentimentale dopo l’incontro con Camilla Lopez.

John Fante. Uno scrittore allo specchio

  • Chiedi alla polvere (35%)
  • La confraternita dell'uva (25%)
  • Aspetta primavera, Bandini (17%)
  • Sogni di Bunker Hill (14%)
  • La strada per Los Angeles (9%)
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Apriamo le votazioni per il libro del mese di maggio, interamente dedicato a John Fante, uno degli scrittori più importanti del Novecento.
La discussione si terrà giovedì 15 giugno, alle ore 18, a Palazzo della Penna (Via Podiani, 11) con il prof. Mimmo Coletti.

 

John Fante è nato in Colorado all’inizio del Novecento, figlio di un abruzzese emigrato in America nel 1901. Dopo un’infanzia turbolenta, si diploma e inizia a fare lavoretti precari. Stanco della provincialità di Boulder, si trasferisce a cercar fortuna a Los Angeles, nel 1930. Qui inizia a frequentare l’Università: non è uno studente brillantissimo, ma si avvicina alla scrittura e alla sceneggiatura (prende i primi contatti con Hollywood: sarà poi sceneggiatore anche per Dino De Laurentiis). Del 1936 è il suo primo romanzo, La strada per Los Angeles, che però sarà pubblicato postumo (nel 1985 in America, mentre in Italia uscirà nel 1996 per Marcos y Marcos e nel 2005 per Einaudi). L’anno successivo si sposa con Joyce Smart, dalla quale avrà quattro figli. Ciò non gli impedisce di dedicarsi alla scrittura: il vero romanzo d’esordio è Aspetta primavera, Bandini uscito nel 1938 e subito foriero di grandi consensi; seguito l’anno successivo da Chiedi alla polvere. Intanto collabora con i servizi d’informazione statunitensi, e nel 1952 vede la luce il suo quarto romanzo Full of life. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Bravo, Burro!, La confraternita dell’uva, Sogni di Bunker Hill. Del 1940 è invece il racconto Dago Red. Nel 1978 John Fante incontra per la prima volta Charles Bukowski, che addirittura lo apostroferà come «il migliore scrittore che abbia mai letto» e «il mio Dio», e insisterà per far ripubblicare Chiedi alla polvere, scrivendo per l’occasione un’ispirata prefazione. Malato di diabete dal 1977, Fante diventerà cieco e dovrà necessariamente sottoporsi all’amputazione di entrambe le gambe: il suo ultimo romanzo Sogni di Bunker Hill lo detterà alla moglie, e morirà nel 1983, lasciando numerosi inediti. L’opera letteraria di Fante ha ispirato il mondo cinematografico: da citare almeno i due film Aspetta primavera, Bandini (1989, per la regia di francis Ford Coppola) e Chiedi alla polvere (2006, prodotto da Tom Cruise).

La strada per Los Angeles
Arturo Bandini, scalcinato diciottenne, vive orfano del padre (Svevo, protagonista del prequel del 1937) con la madre debole e fragile e con la sorella Mona, fanatica religiosa. Il suo sogno, urlato, conclamato, perseguito, è quello di diventare un grande scrittore, ma per il momento, si limita a guadagnare qualche soldo (è l’unica fonte di reddito della casa dopo la morte del padre) con lavoretti saltuari e mal pagati, fino a un impiego in un mediocre conservificio del pesce, che sembrerà dargli una certa stabilità. Nel frattempo il nostro colleziona foto osé idolatrandole come divinità, salvo poi distruggerle in un accesso di contrizione, sfoga la propria perenne frustrazione contro il bigottismo monacale della sorella e la irritante passività della madre, ostenta a tutti e chiunque un’erudizione verbale e verbosa priva di sostanza, capace solo di autoridicolizzarsi e legge autori del calibro di Friedrich Nietzsche e Oswald Spengler per pura megalomania, senza comprendere nulla.

Aspetta primavera, Bandini
Il romanzo narra la storia di una povera famiglia di immigrati italiani a Rocklin nel Colorado dell’inverno del 1928: Svevo Bandini, la moglie Maria e i tre figli Arturo, August e Federico. Svevo vive con forte disagio la sua situazione di muratore sommerso dai debiti e costretto all’inattività a causa del rigido clima invernale e si rifugia nell’alcol e nel gioco per dimenticare – anche solo per brevi istanti – la sua vita grama. Il padre è agli occhi del quattordicenne Arturo al tempo stesso una figura da ammirare – per il fatto che non si vuole rassegnare alla condizione di “povero immigrato italiano” – e da temere e odiare, perché fa soffrire la madre, una donna estremamente devota che sopporta pazientemente i tradimenti e le continue assenze da casa del marito aggrappandosi tenacemente alla sua fede. Intanto Arturo trova anch’egli un modo per evadere dalla realtà casalinga nel suo amore (non corrisposto) per la compagna di classe Rosa e nella passione per il baseball. La già fragile situazione familiare è aggravata dall’arrivo in casa Bandini della madre di Maria, Donna Toscana, che ha sempre giudicato Svevo un inetto e non perde occasione per rinfacciare alla figlia l'”errore” che ha commesso sposandolo…

Chiedi alla polvere
Pubblicato per la prima volta nel 1939, è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell’autore, giunge in questo romanzo al suo snodo decisivo. L’ironia sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di tutti i sognatori sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle sue ambizioni artistiche e la sua educazione sentimentale dopo l’incontro con la bella e strana Camilla Lopez.

La confraternita dell’uva
John Fante descrive la storia di suo padre e dei suoi amici, «la storia di quattro italiani vecchi e ubriaconi», come egli stesso la definisce in una lettera a Carey McWilliams del 1974. Il vero protagonista del racconto è il vecchio Nick Molise, muratore in pensione in perenne conflitto col figlio Mario, con la moglie e con l’altro figlio scrittore, Henry Molise. In realtà si può intravedere attraverso la figura di Nick Molise quella del padre dell’autore. Il romanzo si snoda fra i conflitti familiari, le idee praticamente irraggiungibili di Nick ed i suoi progetti mai realizzati, il fallimento dei sogni e la finale comprensione dei propri limiti. Fante descrive in questo romanzo il difficile rapporto col padre tratteggiando con la sua solita ironia amara un ritratto impietoso e realistico della propria famiglia.

Sogni di Bunker Hill
Durante le sue peregrinazioni per gli Stati Uniti a caccia di fama, donne e soldi, il giovane scrittore Arturo Bandini approda a Hollywood. Qui uno dei suoi racconti, appena pubblicato su una rivista, viene notato da un famoso agente letterario, che lo ingaggia per revisionare le bozze del romanzo della ricca e bellissima Jennifer Lovelace. Il romanzo è scadente, ma Arturo cade preda del fascino di Jennifer e inizia a cercare senza successo di sedurla. Nel frattempo gli viene affidato da un famoso produttore cinematografico, un lavoro ottimamente pagato come scrittore di sceneggiature che però non vedranno mai la luce. Nonostante il successo Arturo non è soddisfatto di questa nuova vita, e cerca in qualche modo di scuotersi dal torpore rimettendosi di nuovo in azione.

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