Filippo La Porta, giovedì 5 febbraio a Perugia

Giovedì 5 febbraio, alle ore 18.00, Filippo La Porta sarà ospite del Circolo dei lettori e presenterà il suo romanzo Roma è una bugia (Editori Laterza), un viaggio fra le cronache di quartiere e i cliché sul carattere dei romani. Ma soprattutto un viaggio lungo i ricordi dell’Autore: dalla scuola con Carlo Verdone al concerto del ’68 di Jimi Hendrix, dalla inflessibile ‘militanza’ politica in periferia a un’istantanea del centro storico nell’ultimo momento in cui è stato bello. Da Fellini a Nanni Moretti e a Sorrentino, da Carlo Levi a Pasolini e ai nuovi narratori della città.
Filippo La Porta dialogherà con Baldissera Di Mauro, Dirigente delle Attività culturali della Regione Umbria.

«Roma non è soltanto un luogo, la mia città, la città dove sono nato, cresciuto, la città dove vivo. Roma è una figura del destino, che quasi mi è caduta addosso. È un geroglifico che ho provato a decifrare. È un’arte del vivere, una visione del mondo. È un luogo che amo e anche un po’ odio. Ho tentato di fare il ritratto di una città, che poi significa anche parlare un po’ di me. Un tentativo di autobiografia attraverso, quasi, una cartografia. Ho parlato dei quartieri in cui ho vissuto: Parioli, Monteverde, Piramide; di alcune piazze, in relazione a scrittori che ho conosciuto; Piazza del Popolo Elsa Morante, il Pantheon e la passeggiata mattutina di Dudù La Capria. Ho parlato della scuola che ho frequentato; di alcuni eventi, come il concerto di Jimi Hendrix al Brancaccio nel maggio del ’68. E poi dei miei compagni di scuola, tra i quali Carlo Verdone e Christan De Sica al Collegio Nazareno. Ho parlato anche di alcune persone scomparse. Questo libro è anche una piccola “Spoon River” di amici, amori affetti, che sono legati a persone che non ci sono più.
Nonostante la bibliografia su Roma sia immensa, sterminata, pretendo di dire una cosa originale su questa città: Roma è una città degli opposti, una città dove convivono una maleducazione spesso sguaiata, esibita, ma anche una grande tolleranza: gli scrittori quando venivano a Roma si sentivano accettati, tollerati, da Pasolini a Manganelli. A Roma convivono istinti anche funerei; è una città funerea e, allo stesso tempo, ha una vitalità selvaggia, quasi ferina. C’è l’allegria di chi si sente sopravvissuto, proprio perché Roma è sopravvissuta a tutto, ai tanti saccheggi… La “verità” che pretendo di aver detto riguarda proprio questa duplicità, questa ambiguità di Roma. “Roma è una città che ti spegne” diceva il poeta Noventa, una città paludosa, stagnante, che ti devitalizza, che ti leva energie, “scuorante” diceva Landolfi. Ma nello stesso tempo, miracolosamente, è una città nella quale tutti vogliono vivere perché pure ti da tanta energia. Come mai? Questo è un po’ l’enigma della città. È vero che tutto quello che viene a Roma muore (come il cristianesimo o l’unità d’Italia), ma in un certo senso non smette di morire. Dunque Roma diventa, nel libro, il luogo dove tutto finisce ma non smette di finire.
È questo il nucleo del libro, attorno a cui ho raccolto alcune memorie e ho tentato di fare alcuni ritratti di compagni di scuola, amici e persone che oggi non ci sono più.»
Filippo La Porta, Roma è una bugia

Palazzo della Penna
Centro di Cultura Contemporanea
Via Podiani, 11 – Perugia

Info. circolodeilettori.comune.perugia.it | circolodeilettori@comune.perugia.it

 

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