Io non ho paura, Niccolò Ammaniti

Dal libro è stato tratto l’omonimo film diretto da Gabriele Salvatores e, oltre a vincere un David di Donatello e tre Nastri d’argento, è stato scelto come film per rappresentare l’Italia agli Oscar 2004.

La storia è ambientata nel 1978 ad Acqua Traverse, una piccola frazione immaginaria di campagna del Sud Italia. Il protagonista della storia è Michele Amitrano, un ragazzino di 9 anni che, obbligato dal suo amico Teschio a entrare in una casa abbandonata, viene a conoscenza di un buco nascosto nel terreno, in cui gli sembra di vedere dall’alto una gamba umana. Michele rimane molto turbato, ma non dice niente quando torna a casa. Ogni giorno che passa ritorna alla casa abbandonata e scopre che nel buco è nascosto un bambino, Filippo. I due diventano amici. Un giorno a casa di Michele arriva Sergio, un amico del padre. Quella notte il protagonista scopre che i suoi genitori, insieme a Sergio e ad altri abitanti del paesino, hanno rapito Filippo e vogliono chiedere un riscatto. Michele lo capisce guardando un messaggio della madre di Filippo rivolto ai rapitori trasmesso alla televisione. Michele non riesce a tener nascosto il suo segreto e si confida con il suo migliore amico, Salvatore, che lo tradisce. Dopo essere stato scoperto mentre andava a trovare Filippo, a Michele viene ordinato dal padre di non andare mai più a trovare il bambino, ma egli non riesce a far altro che pensare a lui. Un pomeriggio, insieme agli amici, torna alla casa abbandonata e scopre che Filippo è stato spostato in un altro nascondiglio. Quella notte, spinto dall’orribile notizia che i grandi hanno deciso di ucciderlo, va a liberarlo. Michele si mette alla ricerca di Filippo; proprio quando sta per rinunciare lo trova, ma il bambino è troppo debole per potersi muovere. Michele lo incoraggia e grazie al suo aiuto riesce a tirarlo fuori dalla caverna in cui è rinchiuso, lo convince a scappare, mentre lui rimane intrappolato nel nascondiglio. Arriva così il padre di Michele, incaricato dagli altri adulti di andare ad uccidere Filippo. Non riconosce il figlio e gli spara. Michele sviene. Quando rinviene sente il rumore di un elicottero e confuso, dice al padre che deve fuggire, altrimenti verrà preso dagli uomini delle montagne. Il padre, però, continua a piangere e a chiedere aiuto per il figlio.

Dal libro è stato tratto l’omonimo film diretto da Gabriele Salvatores e, oltre a vincere un David di Donatello e tre Nastri d’argento, è stato scelto come film per rappresentare l’Italia agli Oscar 2003.

 

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