Il grande scrittore napoletano, inventore di storie e narratore intenso, si racconta al pubblico di Perugia in un monologo emozionante sulla vita e sull’energia creativa della lettura, capace di spalancare grandi finestre sul mondo. In occasione della pubblicazione del suo ultimo romanzo I pesci non chiudono gli occhi (Feltrinelli), rende omaggio ai libri e al mestiere di scrittore, ma anche alla sua infanzia, alla guerra, alla sua città e alla storia.

 A dieci anni l’età si scrive per la prima volta con due cifre. È un salto in alto, in lungo e in largo, ma il corpo resta scarso di statura mentre la testa si precipita avanti. D’estate si concentra una fretta di crescere. Un uomo, cinquant’anni dopo, torna coi pensieri su una spiaggia dove gli accadde il necessario e pure l’abbondante. Le sue mani di allora, capaci di nuoto e non di difesa, imparano lo stupore del verbo mantenere, che è tenere per mano.

Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950. Vive in prima persona la stagione del ‘68, aderendo al movimento “Lotta continua”. Sceglie poi di esercitare diversi lavori manuali in Africa, Francia e Italia e, allo stesso tempo, intraprende da autodidatta lo studio dell’ebraico e traduce alcuni libri della Bibbia. Collabora con diverse testate giornalistiche e oltre i suoi articoli d’opinione, scrive anche sul tema della montagna. Tra i suoi libri: Non ora, non qui (1989), Alzaia (1997), Tu, mio (1999), Montedidio (2002), Il contrario di uno (2003), In nome della madre (2006), Il peso della farfalla (2009), Il giorno prima della felicità (2009), E disse (2011) e, l’ultimo I pesci non chiudono gli occhi, tutti con la casa editrice Feltrinelli.

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